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Immagine del redattorePier Paolo Piscopo

Sopra o sotto è sempre uguale


La politicizzazione del razzismo non è un fenomeno da prendere tanto alla leggera nel contesto sociale odierno.


Da questo tipo di atteggiamento culturale, avallato da spiegazioni medico-scientifiche e biologiche, si fondarono già, tra Otto e Novecento, le politiche europee.


E in tutto il mondo ancora oggi abbondano, soprattutto in culture africane e asiatiche.


Passare dal razzismo basato sulla supremazia e lo sterminio, alla negazione dell’Altro, che caratterizza il pensiero contemporaneo, significa che è in atto un nuovo razzismo che tende non ad affermare la supremazia di una razza su un’altra, ma a negare benefici dalle relazioni d'interscambio e inter-cultura tra popoli diversi.


Il razzismo moderno sta facendo suoi dei principi sui quali si fondava una certa intellighenzia dell'opposizione:


il rispetto delle differenze sta erigendo i nuovi muri dell'incomunicabilità;


i ponti, i collegamenti e le leggi, nate per affrontare questa globalità, sono dei nemici che attentano la nostra identità;


la globalizzazione ha assunto una connotazione negativa, così come la parola "unione" o "unita".


Il razzista oggi non è colui che professa atteggiamenti riconducibili al nazi-fascismo.


Razzista oggi è colui che tende a dare dei giudizi di bene o male sui caratteri e sui costumi individuali o etnici,


è razzista colui che afferma che è necessario conservare una cultura e la sua identità e difendere queste da tutto ciò che le è estraneo, in quanto quella cultura e quella identità sono le sole portatrici di valori da coltivare o conservare.


Facendo cadere così il concetto stesso sia di cultura sia d'identità, ma anche di Storia.


Tutto è sempre in continua mutazione e commistione, non esiste nulla di statico e di fisso, esiste solamente un prima e un dopo e anche su questi termini cronologici è assurdo connotarli di giudizi negativi o positivi, perché tutto è sempre nato in un determinato contesto.


Dare un giudizio sul neo-razzismo non ha senso, il neo-razzismo è nato da un contesto e un atteggiamento ben preciso;


la propaganda politica d'opposizione allora non dovrà puntare l'attenzione e la critica tanto al neo-razzismo quanto sul contesto culturale e sociale dal quale questo è nato.




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