Nel 2015, dopo gli attacchi terroristici a Parigi, sono andato nelle banlieues più calde intorno la Capitale, per capire meglio cosa sono, come si vive, perché tutti i ragazzi che effettuarono gli attacchi provenivano da queste periferie?
Cosa sono questi agglomerati di cemento e "grandi scempi", come sono state denominati i palazzoni dove vivono, caratterizzati da sedimentazione etnica, isolamento, povertà e una popolazione urbana che ha il 40% di abitanti che hanno meno di venticinque anni?
Un esercito di giovani ai piedi dei grandi palazzi, senza un lavoro e senza un soldo, che per la sofferenza di non aderire allo status-simbol economico occidentale hanno deciso di abbracciare una propaganda che li vuole richiamare alle origini dei loro nonni o genitori; la propaganda di un autoproclamato Califfato che li alletta con promesse di ogni sorta, che gli fa credere di appartenere ad una fratellanza più grande.
Una contro-globalizzazione, una neo-umma musulmana del nuovo Millennio, è stata definita, che li accomuna tra loro, al fratello palestinese, libanese, siriano, iracheno, e che è convinta che l'Occidente, solo per il fatto di essere musulmani, stia relegando ai margini del Pianeta per eliminarli.
Ma anche ho cercato di capire cosa non ha funzionato nel modello d'integrazione francese? Come è stata gestita l'immigrazione nella storia francese?
Come si è comportata la Francia con i figli e i nipoti delle sue colonie, che hanno combattuto e sono andati a morire durante la Prima e poi la Seconda Guerra Mondiale?
Di questi ragazzi, di Seconda, Terza Generazione, chi sono i loro compagni di classe?
Sono vittime o carnefici oppure rientrano in una spiegazione molto più grande e che include anche il nostro stile di vita, il cambiamento globale che stiamo vivendo, la trasformazione dei valori, la fine della politica ideologica, l'economia dei grandi marchi, l'avvento dei nuovi mezzi di comunicazione?
Il Libro "Banlieue tra emarginazione e integrazione per una nuova identità" parla di tutto ciò, edito da Il Formichiere nel 2018, cerca di rispondere a queste e altre domande, a fine di un approfondimento adeguato al momento storico che stiamo vivendo.
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