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Gli aiuti allo Sviluppo

Aggiornamento: 3 giu 2020


Dopo la metà del Novecento tutti gli imperi coloniali ancora in piedi si estinsero, la decolonizzazione partì dai Paesi dell’Asia e giunse fino alle americhe.


La dicotomia tra i Paesi del “centro” - con strutture ed economie produttive totali, capaci d'importare ed esportare ogni genere di bene - e i Paesi di “periferia”, con tecniche produttive arretrate, i cui prodotti sono destinati solo al consumo interno è quello che la decolonizzazione ha lasciato.


Con gli Accordi di Bretton Woods, gli USA, come potenza dominante, cercò di dare ordine e sistema all'economia mondiale, agevolando il libero scambio internazionale e la convertibilità in oro delle valute nazionali. Si voleva ottenere uno sviluppo omogeneo dei Paesi, scongiurando altre guerre.


Fu creato l’FMI (Fondo monetario internazionale) con lo scopo di salvaguardare la coerenza tra le politiche economiche dei Paesi attraverso la stabilità monetaria.


Nel 1955 ventinove Paesi di Asia e Africa si riunirono nella Conferenza di Bandung (Indonesia) per discutere oltre i due grandi schieramenti ideologici di USA e URSS di una loro posizione economica e politica: da qui l’espressione Terzo mondo, preludio del movimento dei paesi non allineati, riuniti nel 1961 nella Conferenza di Belgrado, dove stabilirono i loro punti programmatici.


Nel 1971 si sospese la convertibilità del dollaro in oro per tre motivi: la rigidità del meccanismo, la scarsità di riserve auree e proprio gli squilibri enormi tra i Paesi.


L’FMI diventò l’ente di controllo delle politiche economiche atte ad evitare crisi finanziarie dei Paesi più a rischio che potessero sbilanciare il pianeta (Eichengreen ‘08).


Gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti poterono essere perseguiti con buoni risultati e una riduzione di rischi economici, psicologici e di prestigio, avviando un programma di cooperazione mondiale per la crescita dei sistemi economici dei Paesi in via di sviluppo o non sviluppati.


Con la fine della guerra fredda gli aiuti allo sviluppo subirono un fortissimo ridimensionamento, non erano più propedeutici politicamente alla causa dei due schieramenti (Rodrik ‘15).


L’interdipendenza dei mercati globali ha incentivato la conferenza del Millennium Summit dell’ONU, dove sono stati istituiti i Millennium Development Goals, dove 189 capi di Stato e di Governo si sono impegnati a debellare il sottosviluppo delle aree interessate per evitare problemi concatenati, come il degrado ambientale, l’aumento del crimine internazionale, le guerre e il forte flusso di migrazioni. I bassi livelli di alfabetizzazione è una delle cause, la principale, del problema cronico della mancanza di figure professionali tali per guidare i settori della tecnologia, dell’investimento e dell’educazione, mantenendo la dipendenza culturale oltre che economica con l’Europa per i debiti contratti insolvibili.


D'altronde l’indebitamento porta l’inutilità dei rendimenti, perché questi verranno destinati al saldo del debito (De Blasio, Dalmazzo ‘06). Nel 1999 i governi del G7 a Colonia si impegnarono per una sua cancellazione. Soprattutto quei debiti detti “odiosi” cioè quelli contratti da governi precedenti, con finalità che non avevano l’interesse precipuo del Paese e della comunità, nella inconsapevolezza totale dei cittadini. Molti sono stati i casi verificati, dovuti alla corruzione, all'accrescimento di propri patrimoni tramite il controllo da parte delle élite, politiche e imprenditoriali, dell’accesso al credito.


La politica degli anni ‘70, nei Paesi africani, fu dominata dall'idea che con quel credito si fosse dovuto espandere il settore pubblico, fino a che questi, crebbero senza un reale corrispettivo di risorse, con un impianto economico ancora arretrato, ma con un settore pubblico enorme e inefficiente.


Istituzioni deboli creano Paesi instabili. In preda a guerre civili e colpi di stato che non sono solamente il risultato di tribalismi, ma d'esclusione, dalla società economica e politica, di interi gruppi minoritari (Bellucci ‘07). Il rapportarsi con appoggi economici a governi in carica, intervenendo di fatto nella politica interna di un Paese, non prendendo in considerazione la storia e le lotte tra fazioni, famiglie e tribù, poni le minoranze, di quel Paese, in una posizione di debolezza e sudditanza, creandotele nemiche. Uno dei motivi per cui, prima Al Qaeda e ora l'ISIS, trova così tanti adepti in Europa è perché il mondo musulmano, si sente attaccato e invaso dall'Occidente.





Ora detto questo. Interconnessi come siamo, in modo internazionale, dove l'approvvigionamento di risorse è indispensabile e gli scambi commerciali sono rapporti diplomatici con altri Stati, che hanno e creano conseguenze.


Porto avanti l’idea di un micro-credito legato alla politica estera e interna, con bassi tassi d’interesse e l'accesso destinato ai cittadini immigrati in Europa, che vogliano creare loro delle piccole imprese a gestione, prima di tutto, familiare, nelle loro terre.


In questo modo si potrà creare un tessuto sociale, un sostrato di classe, di medio-bassa borghesia, in grado di attutire e poter reggere meglio l'urto con le grandi multinazionali, le quali, da qui a breve, spolperanno, altrimenti, tutto ciò che rimane del, cosiddetto, mondo ancora non sviluppato, d'industrie e infrastrutture, ma ricco di materie prime.


Bypassando i governi si eviteranno ingerenze e quindi conflitti e gelosie interne dei Paesi e che gli aiuti vadano sprecati; dando accesso al credito qui in Europa, con servizi ausiliari di assistenza, know how e monitoraggio, per investire e costruire, qui, con imprese internazionali o nei loro Paesi, si darà la possibilità, a chi conosce la struttura e le dinamiche della propria cultura, di formare una popolazione economicamente e culturalmente più forte, quindi un'opinione pubblica politicamente più consapevole, ed in grado di dare forma a governi meno corrotti e più efficienti.


Pier Paolo Piscopo

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ


Bibliografia


- Bellucci S., 2007, Storia delle guerre africane. Dalla fine del colonialismo al neoliberalismo globale, Carocci


- De Blasio G., Dalmazzo A., 2006, La cancellazione del debito dei paesi poveri. Le ragioni del sì e del no: cosa fare per lo sviluppo del Terzo mondo. Il Mulino


- Eichengreen B., 2009, La nascita dell’economia europea. Dalla svolta del 1945 alla sfide dell’innovazione, Il Saggiatore


- Rodrik D., 2015, La globalizzazione intelligente, Laterza (ed.or. 2011)


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